Il concetto unisce in sé elementi propri dello sparatutto in soggettiva ad un'impostazione da tower-defense, il tutto con una pennellata di RTS. Scopo del giocatore è quello di difendere le istallazioni minerarie di Grippy Toad (lo zio di Gippy) dalle varie ondate di robot inviate a distruggerle: per fare ciò avrà a disposizione 12 videocamere dotate di cannone laser da piazzare ed orientare presso gli ingressi e i corridoi della struttura, fermo restando che queste non sono in grado di agire indipendentemente: sarà compito dell'utente quello di assumere volta per volta il controllo della videocamera giusta e di abbattere i nemici prima che provochino danni o, peggio, abbattano la torre centrale decretando il fallimento della missione.










Una volta assunto il controllo di una di queste, dunque, sarà possibile orientarla con gli stick analogici ed aprire il fuoco con un tasto qualsiasi. Il gioco si basa pertanto su una certa dose di colpo d'occhio, premeditazione e improvvisazione: è importante piazzare le videocamere in posizione strategica in modo che inquadrino i punti nevralgici della struttura, ma occorre avere svariate “paia di occhi” per individuare i nemici quando questi entreranno nel campo visivo delle stesse, o mentre si aggireranno nella base, e soprattutto sarà fondamentale reagire tempestivamente agli assalti per evitare che i nemici aumentino di numero o si spingano troppo in profondità nella base.
Il gioco offre anche una modalità Multiplayer asincrona: il giocatore potrà infatti realizzare mediante l'apposito editor degli assalti utilizzando sulle mappe che ha già sbloccato i vari tipi di nemici che ha già affrontato e “caricare” questi assalti sui server di gioco, mettendoli a disposizione di altri giocatori. Di fatto, una volta “scaricato” un assalto realizzato da un altro utente lo si affronterà in locale: i risultati andranno poi ad influenzare il punteggio di entrambi su un'apposita classifica.Questa modalità va comunque ad aggiungersi ad un'esperienza di gioco in single-player non breve quanto si potrebbe pensare: il titolo offre svariate ambientazioni e ancora più mappe, e può contare su 11 tipi differenti di robot offensivi e 15 disturbatori, più i boss veri e propri. Non mancheranno poi missioni opzionali extra decisamente più impegnative, come ad esempio quelle in cui avremo munizioni limitate, o meno videocamere del dovuto, o ancora in cui i nemici andranno lasciati intatti finché un robot-rospo non decide di staccarsi dalla loro testa.
Dal punto di vista tecnico il gioco appare piuttosto semplice e funzionale: ciò che presenta i dettagli maggiormente curati è la realizzazione dei robot nemici, seguita da quella della struttura da difendere e dagli effetti speciali, mentre i fondali rimangono spogli e circostanziali. Il frame rate è discreto sulla telecamera selezionata ma sensibilmente (e volutamente) più basso sui 12 schermi circostanti. La colona sonora si limita a tenere compagnia e può anche risultare ripetitiva se si sosta troppo a lungo su certe schermate, ma per il resto è gradevole.
In conclusione, Star Fox Guard si presenta come un gioco interessante e piuttosto originale, segno dell'innegabile vena inventiva di Miyamoto, sebbene come detto nell'apertura dell'articolo il rapporto con l'ambientazione sia tendenzialmente di comodo. E' anche un gioco che con pochi sacrifici potrebbe rendere altrettanto bene sul mercato 3DS, se non addirittura mobile o browser-game, rimanendo quindi un po' modesto su Wii U – ma anche il prezzo è in quella fascia.