Recensione Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty
METAL GEAR RAIDEN
Come ha ripetuto Kojyma innumerevoli volte, ormai Solid Snake , il notissimo eroe del primo episodio è diventato un personaggio mitico. Ciò vuol dire che è stato definito a tutto tondo una volta per sempre come eroe retto ed imbattibile, una sorta di icona moderna del coraggio, della destrezza e dell'onestà. Per uno sceneggiatore, come è anche Kojima, su una figura del genere c'è davvero poco da lavorare. E così, che lo vogliate o no, l'autore giapponese ha spostato i riflettori sul nuovo protagonista introdotto in questo secondo capitolo, tale Raiden. Membro delle forze speciali Foxhound, Raiden ha ottenuto un altissimo livello di addestramento durante la VR Simulation Training. E così è stato buttato nella sua prima, pericolosissima missione. Se non abbiamo giocato mai a Metal Gear Solid Uno su Playstation o Pc, o semplicemente se vogliamo un approccio morbido con la faccenda, verremo indirizzati (tramite una scelta all'inizio del gioco) a prendere le vesti di questo pivello alla sua prima vera uscita. E che uscita! Davanti a Manhattan, nella baia, è stato costruito un immenso magazzino di petrolio, la Big Shell, costituito una serie di piattaforme marine disposte ad esagono. Lì i terroristi, autonominatisi Sons Of Liberty, hanno piazzato le loro cariche esplosive, minacciando di far saltare il tutto in cambio di un lauto riscatto. Se non bastasse, si sono impossessati dello stesso Presidente degli Stati Uniti imbottendo la sua non più ambita poltroncina di esplosivo C4. Come vi sentireste, voi, in un frangente simile?
PRENDERE IL CONTROLLO
Vi sentireste come Raiden, impacciato, spaventato, con la necessità continua di comunicare tramite il Codec (la trasmittente inserita direttamente nell'orecchio) con il Colonel, il boss della FoxHound. Si vede che abbiamo a che fare con un pivello alle prime armi. Raiden non sa come procurarsi le armi, scivola sugli escrementi di gabbiano sul ponte della piattaforma, dimentica gli anniversari con la fidanzata Rosemary, che casualmente è anche l'analista dell'esercito che si occupa della sua missione. Non c'è male per un inizio, anche se, piano piano, Raiden si impossesserà di tutte le tecnica di combattimento, fuga ed acquattamento, ed il giocatore, contemporaneamente, dei segreti del controller Playstation 2, mai sfruttato in modo così completo come in Metal Gear Solid 2. Il lavoro sulla "manetta" Sony è stato incredibile, e tutti i tasti hanno un loro compito specifico. Potrete tirare pugni, usare l'arma principale, strisciare, acquattarvi, salire su piattaforme, tirare maniglie, appendervi, entrare in visuale soggettiva, agganciare i nemici, cambiare arma ed equipaggio. Imparerete a sbirciare oltre un muro, fiutare la presenza di un nemico, rotolare e sparargli. Oppure ad appendervisi un corrimano, attendere che passa la guardia di sotto, e scagliarvi su di lei per immobilizzarla. Imparerete a scagliare oggetti, a trascinare guardie stordite negli armadietti, a bussare sulle mura per attirare l'attenzione ed a gettare granate contro i sistemi elettronici per disabilitarli momentaneamente. Ma non c'è solo Raiden...
METAL GEAR SOLID
Se avete finito Metal Gear Solid su PSX, o volete arrivare subito al dunque, partirete con una storia parallela alla prima (che sennò avreste giocato dopo...), con protagonista il mito, Solid Snake. Come già dovreste sapere da demo (in Zone of Enders) e preview, il vecchio Solid si cala su un cargo che scorre lento sul fiume Hudson nella stessa New York della vicenda di Raiden. Si tratta di un mezzo di trasporto con sopra armati russi, e pare che nasconda un'ulteriore Metal Gear, arma nucleare dalla potenza ultradistruttiva su cui si è svolta tutta la vicenda del primo Metal Gear Solid (primo su Psx...). Come ha detto Kojima, qui è stato usata "la pioggia ,il vento le nebbie e altri effetti per rendere difficile la vita al giocatore come se realmente si trovasse a vivere quest'avventura". Tutto è così realistico come appare, come in un film, con noi come protagonisti nell'aitante ruolo di Solid Snake. Sentiamo il motore del cargo, le gocce della pioggia che ogni tanto sporcano la lente della telecamera, cambiamo visuale e passiamo a quella in prima persona ed riverbero dei potenti rumori si fa frastornante (potenza degli effetti sonori posizionali!). Solid Snake riesce ad infilarsi sotto coperta, e le sue scarpe di gomma lasciano impronte bagnate sul terreno. Attireranno l'attenzione di una guardia, ma con un'adeguata azione pugno-pugno calcio impedirà che chiami l'allarme e metta la nave in stato di allerta, come si vede sull'indicatore in alto a destra dello schermo.
TRA AVVENTURA E STEALTH GAME
Se non ragioniamo più sui magnifici video, sul sonoro posizionale, sull'impianto grafico in terza o prima persona, sui particolari inauditi (gli scarafaggi nella stiva, i poster delle donnine negli armadietti, il dispositivo per asciugare le mani che si attiva passandoci sotto), cosa resta di Metal Gear Solid 2? Resta uno stealth game, dove infiltrarsi in locali claustrofibici maniacalmente disegnati senza farsi scoprire o, al limite,mettendo fuori gioco gli avversari senza provocare rumore e senza spargere sangue, che, in Metal Gear Solid 2, sporca in giro ed attira le attenzioni. Appiattirvi alle pareti, strisciare, appendersi verso l'esterno (con l'indicatore di fatica che scende gradualmente...) sono alcune delle strategie elementari di nascondiglio ed infiltrazione. Oltre a ciò, si dovrà imparare a guardarsi bene in giro, a passare sovente alla vista in prima persona, per scovare gli obiettivi ed i tranelli nascosti, per imparare ad interagire con tutto quello che la Konami ci ha offerto, si tratti di armadietti, casse di angurie (che si frantumano sparandoci), bende per tamponare le ferite o raggi infrarossi, distinguibili soltanto fumandosi una sigaretta.
TITOLI DI CODA
Attenzione a tutto quello che vi circonda, attenzione al protagonista, ed ai tasti innumerevoli ed alle leve del Joypad mai sfruttati così pienamente. Ed attenzione al rumore del vento ed a quello del cuore del protagonista, ed al meccanismo di vibrazione, che entra in gioco nei momenti di urto e di pericolo in maniera assolutamente improvvisa (ecco come Kojima fa entrare il senso del tatto in un videogioco). Per non parlare degli scontri con i potentissimi "boss" avversari (ognuno, quando appare introdotto da nome, e, quando occorre da biografia e filmato), Olga, il crudele Revolver Ocelot, Vamp, Fortune, ed altri misteriosi che vi lasceranno fino alla fine a bocca aperta. Due storie parallele, una trama che solo un visionario malato di thriller internazionale e hard science fiction potrebbe aver escogitato, un videogioco davvero profondo, cosa volere di più? Certo le ore di gioco non sono molte, e ci saranno gli extra e i bonus a prolungarle un po'. Ma ve le godrete davvero tutte, e non farete lo skip di nessuno degli eccezionali filmati, in attesa dei titoli di coda. E poi via con gli applausi.