A partire dalla grafica, minimalista e scarna, caratterizzata da un'anonima visione isometrica in terza persona d'ambientazioni colorate ma spoglie di dettagli. Fatti salvi, e lo stesso vale per questo porting per la “sorellina” PSP, i mostri di fine livello, ottimamente caratterizzati e realizzati con dettaglio interessante.
Per finire ad una serie d'intermezzi recitati con un doppiaggio dalla qualità discutibile. Quello, invece, nella versione per la console tascabile è stato sforbiciato via, probabilmente a causa della minor capacità degli UMD rispetto ai DVD-ROM, sostituito da una serie di minigiochi sbloccabili tutto sommato godibili.
Il suo nome, lo stesso della versione PS2 come stessa è la trama che lo vede battersi per una causa per una volta più abbordabile del solito salvataggio in extremis dell'universo, è Adol Christin (sic!), uno spadaccino dai capelli rossi che inizia la sua storia naufragando, a causa del Grande Vortice, sull'isola di Canaan (secondo me il creativo era in preda a crisi mistica, quando ha scelto i nomi...). Tratto in salvo dalle Redha, sorta di elfe dotate di coda e, ovviamente, buone e amanti della natura, il nostro eroe ha un bel da fare per sdebitarsi e conquistare la loro fiducia, massacrando qua e là per l'arcipelago schiere di nemici più numerose degli eserciti di orchi creati in digitale da Peter Jackson per “Il signore degli anelli”.
Grazie a spade via via più potenti, migliorabili raccogliendo pietre magiche lasciate cadere dai mostri uccisi e conferite al fabbro di turno, che qui porta la gonna, e all'uso oculato di poteri elementali speciali, il nostro riuscirà ad avere ragione di creature sempre più letali, fino ad una sfida finale di cui nulla vogliamo svelarvi.
Le sequenze di gioco vengono interrotte, di tanto in tanto, da sezioni recitate che nella versione PS2 davano occasione agli sviluppatori di mostrare il loro fiore all'occhiello: il doppiaggio in italiano, cosa rarissima in un gdr giapponese dove troppo spesso siamo costretti ad ascoltare incomprensibili grugniti nell'ostico idioma isolano, e a leggere sottotitoli in “maccheronic english”, pur pagando il gioco a prezzo pieno.
Nulla di simile nella versione PSP, nella quale la recitazione degli attori è stata sostituita dalle semplici didascalie, in italiano, accompagnate dall'effigie del personaggio di volta in volta coinvolto. Sopravvivono, ahinoi, le dimenticabili musichette e gli effetti sonori, molto fumettosi nello stile.
Manca, infine, qualsiasi possibilità di multiplayer e, in tutta franchezza, visto l'andazzo generale, ci saremmo stupiti del contrario.
In definitiva, visto comunque lo sforzo di Konami d'integrare con i citati minigiochi ciò che era stato sottratto alla versione originale del titolo in termini di doppiaggio e di velocità di caricamento (quest'ultima per evidenti limiti tecnici della console portatile, manifestati anche in altri giochi), non ci sentiamo di negare la sufficienza al gioco.
E' evidente però come il suo acquisto possa essere suggerito soltanto a coloro che adorano il genere super-deformed e ne erano stati tenuti lontani da problemi linguistici. Per chiunque conosca la lingua d'Albione o non straveda per eroi con il testone e una spada più grande di loro, infatti, esistono alternative ben più valide.



