Tom Kalinske accusa i vertici Giapponesi di SEGA

SEGA, ormai, appare ai più come l'ombra di ciò che è stato nei suoi giorni di gloria: i recenti licenziamenti e la decisione di virare drasticamente sul mercato PC-online e mobile, abbandonando dunque l'home-console, hanno dato l'impressione che sia (nuovamente) crollato uno dei pilastri del mondo videoludico.
Tutte queste novità sono state commentate da Tom Kalinske, ex-CEO della divisione americana della casa, il quale ai microfoni di GamesIndustry condanna senza mezzi termini gli ultimi 20 anni di gestione del colosso, dando la colpa principalmente ai titolari Nipponici. "Non era inevitabile - dice Kalinske - Si sarebbe potuto evitare se avessero preso le giuste decisioni 20 anni fa. Ma sembra che per 20 anni abbiano preso decisioni sbagliate."
Per fare un esempio pratico, Kalinshe racconta di come - nel periodo successivo a Dreamcast e alla prima PlayStation - avesse formulato una proposta di collaborazione con Sony per realizzare una console che unisse le competenze Hardware di quest'ultima con il software di SEGA: "Io, Mickey Schulhof e Olaf Olafsson [di Sony] siamo andati dai vertici di Sony e loro hanno accettato 'Ottima idea!' a prescindere che la chiamassimo SEGA-Sony o Sony-SEGA, a chi importava? Poi siamo andati da SEGA e la barca è affondata, con quella che penso sia stata la decisione più stupida mai presa nella storia del business. E da quel momento in poi non penso che siano più stati in grado di prendere la giusta decisione in Giappone."