Di "scherzi del destino" Brian Basco, il protagonista della fortunata serie di Runaway, ne sa qualcosa, già a partire dal momento in cui, avviato verso una carriera tranquilla e una vita senza sorprese, il rocambolesco incontro con l'affascinante Gina l'ha catapultato verso una serie di peripezie mozzafiato, tra fughe al cardiopalma, antichi segreti, incontri non sempre troppo amichevoli con mafiosi, militari, squinternati di ogni tipo e addirittura intrighi interplanetari (!!!). E i guai non sembrano affatto finiti per il nostro "fuggitivo per caso": nel filmato introduttivo di A Twist of Fate, terzo e ultimo capitolo della saga adventure di Pendulo studios, con un drastico flash-forward rispetto a quel finale del precedente "The Dream of the Turtle" che tanto fece inviperire i fan, troviamo Brian in un'aula di tribunale, accusato di omicidio, privo di memoria riguardo agli eventi passati e spedito in un manicomio; e addirittura la sequenza si chiude con Gina piangente sulla tomba dell'amato. E' dunque la fine di Brian Basco? Macché, é solo l'inizio di una nuova, travolgente avventura!
Non male come inizio...
La pratica, pratica schermata d'inventario.
A Joshua manca qualche rotella, ma i suoi indizi sono sempre utilissimi
Come detto, a Twist of Fate rappresenta l'epilogo per la serie inaugurata nel 2001 con "A Road Adventure" e che ha saputo ritagliarsi una posizione di tutto rispetto nel panorama del punta e clicca grazie a uno schema di gioco arcicollaudato e sfruttato sempre a dovere, sceneggiature stuzzicanti e dosi industriali di genuina simpatia; e per il gran finale, i ragazzi del team iberico di Pendulo Studios, come del resto ci si poteva aspettare, ripartono proprio nel segno della continuità verso questi elementi, proponendo un'avventura grafica classica che più classica non si può, onestissima nella propria semplicità quanto doviziosamente curata in ogni aspetto della realizzazione.
Chi ha già giocato a un qualsiasi punta e clicca uscito nel corso dell'ultimo decennio, con ogni probabilità avrà infatti bisogno di ben poche spiegazioni riguardo alle meccaniche alla radice del gioco: nei panni di Brian (per la prima volta affiancato da Gina come personaggio giocabile), saremo chiamati a sbrogliare le improbabili situazioni in cui siamo coinvolti enigma dopo enigma, con l'ausilio del contenuto del nostro inventario e grazie all'aiuto -volontario o meno- dei personaggi con cui potremo dialogare o interagire, tutto attraverso una pratica e intuitiva interfaccia a portata di mouse. Suona semplice? Lo é. Entrando nel dettaglio, per certi versi, forse lo é addirittura troppo; vista l'assenza di veri e propri rompicapo su cui scervellarsi che consegna completamente il lato ludico alla più limpida formula del "utilizza l'oggetto giusto al posto giusto/scegli l'opzione di dialogo corretta", e che oltretutto si attesta generalmente su un grado di sfida che chi di avventure grafiche ci vive (ma anche chi semplicemente proviene dai primi due Runaway), difficilmente troverà irresistibile, anzi.
Tuttavia, non sembra il caso di accanirsi su quest'aspetto, e parlare di "difficoltà tarata verso il basso" suonerebbe fin troppo ingeneroso verso l'ultima fatica dei Pendulo, che a conti fatti denota una filosofia di fondo coerente e studiata a puntino: Runaway 3 appare infatti pensato per chi da questo genere si aspetta soprattutto di gustarsi una bella storia, divertendosi a portarla avanti senza eccessivi timori di incappare in frustranti vicoli ciechi. Facilitazioni come i diversi livelli di difficoltà selezionabili, la possibilità di evidenziare gli "hot spots" cliccabili all'interno dello scenario e il sistema di indizi (affidato ancora una volta al caro vecchio Joshua, più sbroccato che mai!) sono un chiaro segnale di come gli sviluppatori abbiano voluto ridurre al minimo la possibilità di rimanere impantanati in situazioni apparentemente irrisolvibili, oltre che a strizzare l'occhio anche nei confronti della categoria degli avventurieri alle prime armi. Eppure non si avverte affatto la sensazione di essere filoguidati verso il proseguo del gioco, anzi; gli enigmi, tutti perfettamente logici e mai banali, lasciano sempre il giusto grado di gratificazione una volta risolti, e anche gettando la spugna e ricorrendo all'ultima spiaggia, ovvero l'aiutino da parte di Joshua, otterremo indicazioni che richiedono un minimo d'interpretazione, abbastanza da non far sentire il giocatore eccessivamente mortificato. A Twist of Fate ne esce come un gioco piacevolmente scorrevole; di certo non una sfida insormontabile, ma con ogni probabilità vi troverete più che disposti a chiudere un occhio, anche in virtù di una trama godibilissima e narrata con ritmi degni del film più avvincente.
Certo, va detto che il salto temporale rispetto al predecessore poteva essere gestito un pò meglio, resta infatti qualche punto oscuro nel plot e, a tratti, ciò che riguarda gli eventi lasciati in sospeso dopo l'insoddisfacente finale di The Dream of the Turtle, pare affrontato in modo un pò troppo sbrigativo; ma dal punto di vista narrativo, la nuova avventura di Brian e Gina non delude per nulla le aspettative. La trama non manca di personalità, e in quanto ad atmosfere, arricchisce la serie di un approccio tutto nuovo: dopo aver adottato i toni dell'on the road adventure nel primo episodio e offerto gli scenari esotici del sequel, Runaway 3 piglia decisamente il pedale sul versante thriller e le tinte cupe: abbiamo qui cimiteri e obitori e manicomi; e l'agenda dei nostri protagonisti annovera indagini sulla scena di un delitto, manipolazioni di cadaveri, spettacolari evasioni e compagnia bella. Ciò non tragga comunque in inganno, perché l'abbondanza di tematiche "forti" non ha inficiato minimamente l'impostazione spiccatamente umoristica della serie, anzi, questo capitolo finale risulta a conti fatti il più divertente del lotto, in un susseguirsi di gag estremamente riuscite, col solito piacevole gusto per la citazione (senza arrivare agli eccessi del finale del secondo gioco, che forse si era spinto un pò troppo in là) e dell'autoreferenzialità, e la sceneggiatura propone una serie di personaggi che offrono spunti di caratterizzazione spesso esilaranti (già solo all'interno della struttura psichiatrica c'é l'imbarazzo della scelta, personale incluso!). In Runaway 3 perderete presto il conto delle situazioni che vi strapperanno un sorriso, se non una sincera risata. Forse é proprio questa l'arma in più da parte degli autori, che con ogni evidenza si sono divertiti a creare esattamente quanto noi utenti potremo facilmente divertirci a giocare.
A completare il tutto, non possiamo che segnalare un comparto tecnico a dir poco brillante. Graficamente, abbiamo scenari coloratissimi e ben definiti,in cui, per forza di cose non é possibile trovare la varietà d'ambientazioni vista nei prequels, ma tutti dotati di una propria personalità e ragion d'essere; il valore aggiunto che può costituire una direzione artistica attenta ed efficace é qui una realtà sotto gli occhi di tutti. Inoltre, un sapiente uso del cel-shading conferisce profondità ai personaggi, pur mantenendo completamente intatto quel fascino "bidimensionale" che qualunque appassionato del genere conosce bene. Runaway: A Twist of Fate rappresenta un felice esempio di come non sia necessario un potente motore 3D per mostrare sui nostri monitor una grafica appagante. Non manca neppure un punto saldo della serie qual'é l'attenzione riposta nella colonna sonora: i brani originali sono tanti e ben assortiti, sempre idonei alla situazione e di elevata qualità. Unico neo nel versante sonoro é la mancata localizzazione del parlato in italiano; certo, il doppiaggio in inglese lascia ben poco di cui essere insoddisfatti e l'adattamento nei sottotitoli é ineccepibile, ma, considerato quanto i precedenti capitoli ci abbiano abituati bene, questa é non può non essere avvertita che come una mancanza.
Dunque, tirando le somme, possiamo dire che le Brian, Gina e compari si congedano dai nostri monitor con un capitolo finale che non delude le aspettative e non farà rimpiangere l'acquisto a nessun videogiocatore alla ricerca di un'avventura grafica ben costruita, piacevole ed estremamente divertente da seguire e portare a termine; poco importa se non troverete in questo gioco una sfida da sciogliervi le meningi, A Twist of Fate ha molte altre frecce nella propria faretra, e non tarderete a constatare il grande stile in cui sa scoccarle. E a questo punto, non può che nascere una certa trepidazione verso i prossimi progetti di Pendulo Studios, un giusto riconoscimento per un team dimostratosi capace di imporsi all'attenzione dei più grazie al grande impegno, alla voglia di migliorarsi e alla sincera passione che, prodotto dopo prodotto, hanno offerto al popolo del punta e clicca davvero tanto materiale per rinnovare ancora una volta l'amore verso questo genere.
I filmati sono realizzati a regola d'arte. E qui non manca una certa poesia...
Ben detto Gina, che avventura sarebbe senza "Mcgiverate" da costruire??
A Twist of Fate rappresenta una conclusione più che degna per la trilogia di Runaway. Forse non troverete in questo gioco una sfida esageratamente impegnativa, ma tutto il piacere e il divertimento che é possibile trovare in una buona avventura grafica c'é, e pure in abbondanza. Consigliato agli amanti del genere, e non solo.
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